"... Quelli che stiamo vivendo non sono tempi facili, mancano i riferimenti, la globalizzazione ha cancellato ogni confine e ha portato dentro casa nostra le guerre e la miseria, le bidonville sono sotto la nostra finestra. Ecco quello che manca, è la speranza nel futuro, la fiducia che si può cambiare quello che non va a scuola, in Birmania, nel mondo."
Vogliamo provare a raccontare quegli anni, che cosa rappresentano ancora nella nostra vita.
mercoledì 31 dicembre 2008
Ridateci il futuro
"... Quelli che stiamo vivendo non sono tempi facili, mancano i riferimenti, la globalizzazione ha cancellato ogni confine e ha portato dentro casa nostra le guerre e la miseria, le bidonville sono sotto la nostra finestra. Ecco quello che manca, è la speranza nel futuro, la fiducia che si può cambiare quello che non va a scuola, in Birmania, nel mondo."
domenica 28 dicembre 2008
Croce, Plinio e Albertelli: uniti nella lotta!

mercoledì 24 dicembre 2008
Eskimo
domenica 21 dicembre 2008
Auguri Nuvolarossa
Quando ero piccolo m'innamoravo di tutto correvo dietro ai cani
e da marzo a febbraio mio nonno vegliava
sulla corrente di cavalli e di buoi
sui fatti miei sui fatti tuoi
e al dio degli inglesi non credere mai.
E quando avevo duecento lune e forse qualcuna è di troppo
rubai il primo cavallo e mi fecero uomo
cambiai il mio nome in "Coda di lupo"
cambiai il mio pony con un cavallo muto
e al loro dio perdente non credere mai
E fu nella notte della lunga stella con la coda
che trovammo mio nonno crocifisso sulla chiesa
crocifisso con forchette che si usano a cena
era sporco e pulito di sangue e di crema
e al loro dio goloso non credere mai.
E forse avevo diciott'anni e non puzzavo più di serpente
possedevo una spranga un cappello e una fionda
e una notte di gala con un sasso a punta
uccisi uno smoking e glielo rubai
e al dio della scala non credere mai.
Poi tornammo in Brianza per l'apertura della caccia al bisonte
ci fecero l'esame dell'alito e delle urine
ci spiegò il meccanismo un poeta andaluso
- Per la caccia al bisonte - disse - Il numero è chiuso.
E a un Dio a lieto fine non credere mai.
Ed ero già vecchio quando vicino a Roma a Little Big Horn
capelli corti generale ci parlò all'università
dei fratelli tutte blu che seppellirono le asce
ma non fumammo con lui non era venuto in pace
e a un dio fatti il culo non credere mai.
E adesso che ho bruciato venti figli sul mio letto di sposo
che ho scaricato la mia rabbia in un teatro di posa
che ho imparato a pescare con le bombe a mano
che mi hanno scolpito in lacrime sull'arco di Traiano
con un cucchiaio di vetro scavo nella mia storia
ma colpisco un po' a casaccio perché non ho più memoria
e a un dio senza fiato non credere mai.
sabato 20 dicembre 2008
A sinistra ferve il dibattito (1976)

venerdì 12 dicembre 2008
Trentanove anni fa...
lunedì 8 dicembre 2008
The Who - Baba O'Riley (1971)
domenica 30 novembre 2008
Scuola Sinistra (II° parte)
Scuola Sinistra (I° parte)
domenica 23 novembre 2008
Studenti del Croce in corteo
sabato 22 novembre 2008
"Proposta per un discorso attuale"
martedì 18 novembre 2008
venerdì 14 novembre 2008
23 marzo 1974

I ragazzi del liceo “Croce” circondati in via Marsala da una trentina di teppisti giunti da una sezione missina – Esplosi colpi di pistola – Uno degli aggressori era stato denunciato “a piede libero” sei mesi fa per aver ferito un commissario – Ignobili scritte sui muri inneggiavano allo sterminio nazista del 23 marzo 1944 – L'organo del MSI stamane aveva preannunciato la “giornata di violenza” - Sdegno a Montecitorio – Una eco degli avvenimenti di stamane nel discorso di Natta sul governo – Nella foto: le ingiuriose scritte fasciste alla sezione del MSI di via Sommacampagna e, a destra, Leonardo De A., uno degli studenti feriti.
domenica 9 novembre 2008
E' tornato di moda il megafono?
mercoledì 5 novembre 2008
Oggi ho visto nel corteo
Sinceramente preferivo la versione che cantavamo da studenti, sul portone di scuola, accompagnati da un'armonica a bocca. La canzone è di Alfredo Bandelli.
venerdì 31 ottobre 2008
Sabato - 23 Marzo 1974 - ore 7,55.

Sabato - 23 Marzo 1974 - ore 7,55.
Ma perché quel giorno, a quell'ora ero li ?
Il 24 Marzo ricorre l'anniversario dell'eccidio delle Fosse Ardeatine; i collettivi studenteschi della scuola, per commemorare questa tragica pagina di storia italiana, avevano deciso di organizzare una assemblea antifascista con la partecipazione di alcuni vecchi partigiani dell'ANPI. L'assemblea avrebbe dovuto svolgersi nella palestra della mia scuola, il Liceo Scientifico Benedetto Croce di Via Palestro.
Che ci stavo a fare alle 8 alla Galleria Caracciolo che dalla mia scuola dista 7-800 metri ?
A quei tempi essere "di sinistra" poteva essere, purtroppo, pericoloso: molto spesso portare un eskimo, o i capelli troppo lunghi, o leggere un tal giornale poteva essere più che sufficiente per attirare su di se violenze squadriste. Molte zone di Roma ci erano interdette, altre erano "pericolose" e quella intorno alla nostra scuola era una di queste (grazie alla presenza del covo del Fronte della Gioventù di Via Sommacampagna, proprio alle spalle della scuola stessa). Nei giorni precedenti al 23 marzo erano state numerose le aggressioni, i pestaggi a compagni isolati, tanto da far maturare ai collettivi studenteschi la decisione di tentare di organizzarsi, di autodifendersi (vista anche la totale mancanza di tutele da parte della polizia) e quindi si era deciso di vedersi la mattina non sotto scuola, ma un giorno a P.zza Indipendenza, un giorno ai giardini della Stazione
Termini, un giorno, appunto, alla Galleria Caracciolo. Da qui si partiva tutti insieme, 50, 60 compagni e insieme si arrivava a scuola. La cosa ha, almeno all'inizio, ben funzionato: confidavamo molto sullo "scarso coraggio" dei fasci ad affrontarci in gruppo (loro "storicamente" hanno sempre preferito lo scontro 1 a 10....), avevamo completamente sottovalutato la loro capacità "militare" e organizzativa: hanno studiato le nostre mosse e ci hanno colpito nel nostro punto debole: per noi era impossibile arrivare all'appuntamento tutti insieme, chi arriva un po' in anticipo, chi dopo, quindi colpendo qualche minuto prima delle otto, erano certi che qualcuno avrebbero preso, e così è stato: dopo il loro "passaggio" in sette siamo rimasti per terra.
All'epoca avevo 16 anni e mezzo, vivevo in una famiglia piccolo borghese (madre casalinga, padre impiegato), tendenzialmente di sinistra (ma molto, troppo, "moderati"). Mi ero avvicinato alla politica l'anno precedente, in terza liceo non partecipando in prima persona (la gran timidezza mi ha sempre bloccato molto) ma più che altro osservando. A scuola erano molto frequenti assemblee e collettivi organizzati sia dai gruppi di sinistra che di destra (a volte, ma molto raramente, anche tutti insieme). Ho partecipato, almeno all'inizio, ad entrambi i tipi di riunioni, per capire, per decidere da che parte stare...
Non mi ritenevo ancora un militante convinto, ma un semplice simpatizzante; probabilmente ero quello che in gergo veniva definito "un cane sciolto", nel senso che ormai la scelta di campo era fatta ma quella che mancava era una giusta collocazione tra le decine di gruppi e gruppuscoli che affollavano l'area della sinistra extraparlamentare.
Quella mattina ero partito da casa, come al solito, verso le 7,30: Nomentana, Porta Pia, Via Montebello, Via Palestro; passo sotto al Croce e già vedo un paio di cose che mi avrebbero dovuto far tenere gli occhi aperti: davanti a scuola non c'erano ancora le camionette della polizia (c'erano sempre, tanto più quando si doveva svolgere una Assemblea), la via era già tappezzata di scritte del tipo "23 Marzo 1974 - B. Croce: cimitero rosso". Arrivo al semaforo tra Via Palestro e Via San Martino della Battaglia e incontro il mio compagno di banco, Giancarlo (al quale ero legato da profonda amicizia rafforzata dalla comune fede calcistica, anche se lui era dichiaratamente un qualunquista e se ne fregava di tutto ciò che era "politica") che mi chiama e mi dice " Leona' stai attento, ho visto brutte facce in giro... stai attento" e intanto un fascio "dipingeva" svastiche sui segnali stradali... ed io "... non ti preoccupare Gianchi, raggiungo i compagni... ci vediamo dopo". Riparto col motorino, raggiungo P.zza Indipendenza, al bar dove avevo il compito di telefonare a casa per avvertire che tutto era andato bene e che potevano stare tranquilli (...mia madre era agitatissima per il fatto del motorino e mi aveva "imposto" questo piccolo controllo...), poi riparto arrivo a Via Marsala e ...
... non so quanto sia durato il tutto, pochi secondi, un minuto, forse due. So perfettamente come è finito: due spari, forse una lanciarazzi, forse una scacciacani, forse una pistola: Giannetto rimane colpito di striscio alla gola, in terra, svenuto, sembra morto; l'altro per me, mi passa a pochi centimetri sulla testa, ricordo ancora la nuvoletta di fumo... forse sono vivo perché a qualcuno tremava la mano, forse è stato "un errore" volontario, questo non lo saprò mai, ma quel momento, quello sparo, ha segnato sicuramente la fine dell'aggressione e, per me, l'inizio di una nuova vita.
Mi ritrovo in ginocchio a guardare l'asfalto che si copre di sangue, del mio sangue, mi alzo subito in piedi con intorno persone che urlano, mi guardano e urlano ancora più forte. Con lo sguardo cerco qualcuno che mi conosce, vedo Marina, una compagna di Lotta Continua dalla quale compravo spesso il giornale, le urlo di non chiamare casa mia, che volevo essere io ad avvertire, altrimenti ai miei prende un colpo. Lei, mi guarda, non se se mi riconosce subito, scoppia in un pianto dirotto mentre sento che delle mani mi afferrano e mi fanno entrare su una macchina che mi accompagna di corsa all'ospedale. Le "immagini" che mi sono rimaste dentro sono quelle dei passanti che scorgono il mio volto e inorridiscono, della tappezzeria chiara della macchina che si tinge velocemente di rosso, del dito della mia mano sinistra che se ne va, spaccato da una bastonata, dove meglio crede, in modo innaturale.
Al pronto soccorso mi ricuciono (40 punti), mi fasciano, mi ingessano e mi ricoverano in accettazione, buttandomi su una barella, in una corsia con altre 50 persone. Non mi reggo in piedi, inizio ad avere dolori lancinanti alla schiena, ho il problema di dover ancora avvertire i miei, ancora non ci sono i cellulari e il poliziotto di guardia insiste per avere il numero e chiamare lui. Mi alzo, mi trascino fino al posto di guardia e li chiamo. Risponde mio padre che come mi sente subito si allarma, lo tranquillizzo e gli dico che sono in ospedale, sono scivolato dal motorino, ho un taglietto in testa ma visto che sono minorenne ho bisogno che uno di loro venga per farmi uscire. "ma come, con il motorino ?? Ci avevi telefonato dicendo che eri arrivato...!?!" E intanto sento mia madre urlare da dentro casa "Che è successo ??!?" Allora, in parte, confesso.....c'è stata una aggressione a scuola, i fascisti c'è stata una sassaiola e un sampietrino mi ha colpito di striscio....mi hanno messo tre punti, ma sto bene, non vi preoccupate...li tranquillizzo abbastanza, loro si precipitano in ospedale, peccato che come arrivano e dicono che mi cercano un fesso di portantino gli dice "... A si è quel ragazzo che gli hanno spaccato la testa e sta in rianimazione...."
Dai primi momenti la solidarietà che mi è stata dimostrata mi ha aiutato più di tutte le medicine che mi hanno iniettato..... mi stavano ancora ricucendo quando un "compagno anziano" del Croce si è precipitato su di me con le lacrime agli occhi, mi ha abbracciato con forza e quasi "stritolato" facendomi si urlare di dolore ma dandomi anche la forza di superare quei primi difficilissimi momenti. Poi, in accettazione, dopo la telefonata, subito altri due episodi: proprio mentre rientravo dal posto di guardia passa sotto le finestre dell'ospedale un corteo di centinaia di studenti che, avuta la notizia dell'aggressione, si dirigeva verso l'università per svolgere un'Assemblea antifascista e infine, una ragazza bionda, capelli a caschetto, mai vista prima, che mi è stata accanto, mano nella mano, sorridendomi dolcemente e scomparendo solo all'arrivo dei miei.
Poi il ricovero in clinica e li la solidarietà è continuata: dei compagni, alcuni che non avevo mai conosciuto, si sono alternati vicino a me, o fuori dalla stanza, per le prime due notti e, più tardi ho saputo anche il motivo vero: nel pomeriggio del sabato, la mia prof. di italiano aveva ricevuto una
strana telefonata da un tizio che aveva detto di essere il prof. di disegno che voleva sapere dove fossi ricoverato, lei non avendolo riconosciuto ha negato di sapere dove fossi e il tizio l'ha "maltrattata" verbalmente (ovviamente il prof ha negato di aver mai fatto quella telefonata). Questo episodio, aggiunto al fatto che era arrivata la voce che in ambiente Sommacampagna era stato preso come un insuccesso il fatto che non ci fosse scappato il morto, aveva fatto temere che qualche pazzo venisse a trovarmi per "finire il lavoro". E loro li a vigilare, i miei personali angeli custodi.
La domenica mattina al "risveglio" mi è successo un episodio che al momento ho sottovalutato ma che poi, con gli anni ho ricollegato come origine di tutti i miei guai alla colonna vertebrale: l'infermiera, per colazione, mi ha aperto il "banchetto" poggia vivande, vi ha depositato una tazza piena di latte e sopra un cornetto. Non sono riuscito a sollevare quel maledetto cornetto !!!! Ho provato con la destra, poi aiutandomi con la sinistra ingessata: il cornetto non si è mosso di un millimetro. Più tardi ho avuto anche la motivazione di quanto successo. E' venuta mia madre, mi voleva aiutare a lavare, mi toglie il pigiama e, dallo specchio, la vedo rimanere ferma dietro di me, che osserva il mio corpo impietrita: non c'era centimetro della mia pelle, delle braccia, delle gambe, della schiena che non fosse tumefatta e piena di lividi neri, bluastri, gialli, verdi.
Ora di anni ne sono passati più di 30.... una vita...... le ferite "fisiche"si sono rimarginate da anni..... quelle dentro di me ancora non del tutto.....
23 Marzo 1974
Spranghe di ferro, bastoni, catene mulinano,
si abbattono calci e sassate.
Ferite si aprono,
rossa è la terra.
Le mani protese a difesa son rotte.
La folla non fiata, si trae,
l'assalto è avvenuto improvviso.
Son neri di fuori e di dentro,
vigliacchi, assassini,
fascisti !
Bruno De A., mio padre
giovedì 30 ottobre 2008
Metodo Kossiga
(intervista al senatore a vita Francesco Cossiga, QN 23 10 ’08)
domenica 26 ottobre 2008
Non pagheremo noi la vostra crisi

Oggi ho visto nel corteo
tante facce sorridenti
Non intendo fare nessun confronto tra le manifestazioni di studenti e professori che si svolgono in questi giorni e quelle degli anni ’70. Simili paragoni non reggono sul piano storico; non si può misura con lo stesso metro fatti avvenuti in contesti politici e sociali tanto diversi. Trovo altrettanto fuori luogo giudicare questi episodi sulle base delle esperienze personali. I miei sedici anni sono stati diversi da quelli di oggi, se uno inizia a vedere il mondo con le lenti distorte dei ricordi personali ci vuole poco per cadere nel patetico. La nostalgia per la propria gioventù è una trappola pericolosa e non intendo caderci. L’onda che cresce in questi giorni è un movimento che non ha precedenti per forza, estensione, fantasia. La cifra più significativa è l’assenza di quelle zavorre ideologiche che tanti danni procurarono in passato. Posso sbagliarmi ma da questi giovani, comunque vada a finire, è arrivata una salutare scossa vitale ad una società che stava spegnendosi davanti alla TV. “Non pagheremo noi la vostra crisi”, gridano attraversando in cortei civili e pacifici le città di tutta Italia.
sabato 18 ottobre 2008
Chi paga la crisi?

martedì 14 ottobre 2008
Tempo di crisi
Quando nel 1973 Mariano Rumor inventò l'Austerity ci mise la domenica a piedi...
23 novembre 1973. Per contrastare la crisi energetica, vengono varate in Italia misure di "austerity" nell'ottica di contenere i consumi di petrolio: divieto di circolazione delle automobili nei giorni festivi, chiusura anticipata di uffici pubblici e negozi, la fine anticipata dei programmi televisivi, teatrali e cinematografici, all'illuminazione dei locali e a quella pubblica. Il Governo presieduto da Mariano Rumor rispose così alla crisi determinata da un insieme di fattori: la fine del sistema internazionale dei cambi fissi con lo sganciamento del dollaro dalle riserve di oro della Federal Reserve (
domenica 12 ottobre 2008
Stasera al Folkstudio!

lunedì 29 settembre 2008
Equipe 84 - 29 Settembre (1967)
E' un pezzo del 1967, ma qualcuno può sostenere che non era nella colonna sonora degli anni '70?
sabato 27 settembre 2008
Quelli del Tasso

Hit Parade anni '70: la loro, la mia
La loro musica, la mia ...
1970: 1. La lontananza (D. Modugno); 2. Insieme (Mina); 3. Venus (Shoking Blue)
1971: 1. Pensieri e parole (Lucio Battisti); 2. Tanta voglia di lei (Pooh); 3. Amor mio (Mina)
1972: 1. Il padrino (Santo and Johnny); 2. Grande, grande, grande (Mina); 3. Imagine (J. Lennon)
1973: 1. Crocodile Rock (Elton John); 2. Pazza idea (Patty Bravo); 3. Il mio canto libero (Lucio Battisti)
1974: 1. E tu (Baglioni); 2. E poi (Mina);
1975: 1.Sabato pomeriggio (Baglioni);
1976: 1. Ancora tu (Lucio Battisti); 2. Non si può morire dentro (Gianni Bella); 3.
1977: 1. Amarsi un po' (Lucio Battisti); 2. Ti amo (Umberto Tozzi); 3. Solo tu (Matia Bazar)
1978: 1. Stayn' Alive (Bee Gees); 2. Una donna per amico (Lucio Battisti); 3. Sotto il segno dei pesci (Antonello Venditti)
1979: 1. Tu sei l'unica donna per me (Alan Sorrenti); 2. Se tornassi (Julio Iglesias); 3. Soli (Celentano).
La mia hit parade, ovvero i più ascoltati da Nuvolarossa:
1970: Deja Vu (Crosby, Still, Nash & Young); 1971: Abraxas (Santana); 1972: Thick as a brick (Jethro Tull); 1973: Selling England by the Pound (Genesis); 1974: Pat Garret & Billy the Kid (Bob Dylan); 1975: Wish you were here (Pink Floyd); 1976: Radio Ethiopia (Patti Smith); 1977: The Clash (Clash); 1978: Exodus (Bob Marley); 1979: Regatta de BLanc (The Police).
lunedì 22 settembre 2008
domenica 21 settembre 2008
L’italiano

Più che due parole, due link per ricordare ancora Stefano Rosso, il quale si merita questo e altro, soprattutto in un blog come questo tutto incentrato sugli anni ‘70. Il primo www.stefanorosso.net con migliaia di pensieri dedicati al cantautore romano de’ Trastevere scomparso il 15 settembre scorso. Il secondo link invece rimanda alla voce Stefano Rosso su wikipedia, l’enciclopedia libera delle Rete, con la tanto di biografia e discografia completa.
martedì 16 settembre 2008
Stefano Rosso – Bologna '77 (1978)
domenica 14 settembre 2008
Sofri vs Calabresi
mercoledì 10 settembre 2008
Edoardo Bennato - In fila per tre (1974)
sabato 6 settembre 2008
Cile libero
Sono passati tanti anni, in Cile è tornata la democrazia e Bossi ha cambiato saluto.
venerdì 22 agosto 2008
Albero Motore - Messico Lontano (1975)
Grande gruppo questo degli Albero Motore. E poi io il batterista, Marcellino, lo conoscevo e all'epoca me la tiravo da morire.
martedì 19 agosto 2008
Voglia di vacanze

Nuvolarossa racconta le sue vacanze anni '70
1972 - Quindici anni da poco compiuti. Primo campeggio senza i genitori durante la settimana di Pasqua, destinazione Sperlonga: campeggio "Nord Sud". Ho letto "On the Road" di Jack Kerouac su un autobus dell'Acotral tra il capolinea di Castro Pretorio e Sabaudia. Percorremmo la Pontina e non la Route 66: questo ti è dato quando vivi a Roma.
1973 - Estate: partimmo in sei, tutti studenti del liceo Croce (e tutti maschi). Destinazione: Fontane Bianche a sud di Siracusa. Viaggio in treno di seconda classe, dormimmo nella zona antistante il gabinetto, accovacciati sui zaini militari comprati a Via Sannio. Ore interminabili. Situazione da inferno dantesco. Campeggio libero sulla Punta del Cane (autorizzati dai contadini della Marchesa di Cassibile). Falò tutte le sere e cene economiche a base di pasta, uova al pomodoro e patate alla brace. Una sera arrivarono dei Finanzieri per controllare la "legalità" del nostro campeggio. Alla fine si commossero (le tristi patate bruciacchiate) e ci invitarono tutti a cena nella loro caserma. Questa è l’estate che ho letto Freud, ma non lo ho capito molto bene.
1974 - Campeggio a Cirò Marina. Mare selvaggio e grande accoglienza. Ci innamorammo tutti del vino locale che in quegli anni ci era sconosciuto. Cominciammo le prime avventure in apnea. Uno del Manifesto era sempre preoccupato dell'avvicinamento del suo gruppo al PCI. Cambiano i tempi, ma i dibattiti faticano ad evolvere.
1975 - Tra Roma ed il mare. Ostia, Passoscuro, Fregene e lo stabilimento della Marina. Lunghe ore sugli autobus che attraversano l'Aurelia a discutere di musica, di concerti e di futuro.
1976 – E’ l'anno della maturità, destinazione: Malta. La scoperta che all'estero ci sono più italiani di quelli che immagini, che l'inglese che abbiamo studiato a scuola è assolutamente nullo, che Don Mintoff è un socialista a modo suo, quindi è meglio evitare gli ospedali, che la pasta al forno la chiamano timpana e costa quattro soldi, che
1977 - Arriva l'Estate Romana. L'architetto Renato Nicolini, all’epoca assessore alla cultura al comune di Roma, lancia una rassegna cinematografica alla Basilica di Massenzio. Siamo tutti lì. Nel servizio d'ordine ci sono vecchi compagni del Croce e l'organizzazione è affidata ad alcuni cineclub della capitale, tra cui uno gestito da un'altro studente del Croce. Ci andiamo tutti, tutte le sere. I giornali aprono un mega dibattito sull'effimero. Come si dice: piombo sprecato. Sono in tanti, tutte le sere con una grande voglia di incontrarsi e di condividere gli eventi. Memorabile la sera in cui fu proiettato l'incontro di calcio "Italia-Germania 4-3" semifinale di Città del Messico. Tifo da stadio, come se nessuno conoscesse già il risultato finale. Anche questa era voglia di viaggiare.

sabato 2 agosto 2008
O cara moglie
E’ estate, tempo di vacanze, di pensieri leggeri. Però è anche un momento difficile per il Paese, di crisi. Ci sono tante aziende in difficoltà, che chiudono i battenti; solo per l’Alitalia si parla di 5000 esuberi. Negli anni Settanta l’avrebbero raccontata, anzi, cantata così. La canzone è di Ivan Della Mea.
domenica 20 luglio 2008
Come eravamo

Cercavo qualche foto sui campeggi anni Settanta e sono andato a finire su questo sito divertente e interessante, dal punto di vista sociologico, “Come eravamo”.
domenica 13 luglio 2008
Si parte

Deve esserci un santo in paradiso anche per gli autostoppisti.

venerdì 4 luglio 2008
Gasparazzo

sabato 28 giugno 2008
Da Woodstock …
martedì 24 giugno 2008
Genesis - Fountain of Salmacis (1971)
domenica 22 giugno 2008
I nostri professori

Zappa, bravo e simpatico professore di italiano. Non ci ricordiamo il nome.
Siciliano, grande professore di filosofia del corso E.
Sabato Racioppi, professore di filosofia, un classico degli anni Settanta.
Prof. Tenerelli, vice preside. Venne a mancare in quegli anni.
Professoressa di filosofia del corso C, napoletana. Bravissima. Non ci ricordiamo il nome, ma è alta nei nostri cuori.
Giovane professoressa arrivata a scuola con i corsi abilitanti del ’75. Si racconta di una sua appassionata storia d’amore con uno studente del corso C.
Della Valle, inglese.
Prof.ssa Todisco, lettere. Due grandi boccoli sulle tempie detti “gli alettoni”.
La Recchioni, disegno, arte, cattolica militante, in un post abbiamo raccontato del figlio...
Dora Marinari, preside dei nostri anni migliori, contro di lei fu presentata persino un interrogazione parlamentare, dal deputato del Msi Sandro Saccucci.
(Così li ricorda Nuvolarossa. La foto è quella di una supplente di inglese dell'epoca)

giovedì 5 giugno 2008
Il ciclostile l’ho trovato

Il volantino aveva poi il suo rito di distribuzione: il volantinaggio, cioè la distribuzione di fronte all’ingresso delle scuole, dei posti di lavoro o nei quartieri. Da notare che il volantinaggio, molto spesso, era a sua volta all’origine di scontri tra studenti di opposte fazioni o con le forze di polizia che per vari motivi cercavano di impedirlo.
Come le idee camminano sulle gambe delle persone, così il volantino fondava la sua esistenza su quattro elementi chiave: il ciclostile, la matrice, la risma di carta e l’inchiostro. Il primo era difficile da trovare. A Roma negli anni Settanta i Radicali nella loro sede di via di Torre Argentina ne avevano uno a disposizione degli studenti ed un altro era nella sede di via dei Volsci a San Lorenzo, di meno facile accesso perché frequentata da “duri e puri” della estrema sinistra romana. La risma di carta la vendevano i cartolai. L’inchiostro in dei tubi giganti di simil-dentifricio. Il dramma vero era la matrice: costoso e fragilissimo foglio di carta di riso impregnato di cera che doveva essere delicatamente inserito nelle vecchie macchine da scrivere meccaniche. Ogni lettera poi doveva essere ben battuta per permettere la perforazione della matrice. Di lì sarebbe passato l’inchiostro e le idee e le parole si sarebbero impresse su una carta ruvida e giallastra pronte per essere diffuse e condivise. Molte matrici si rompevano sullo stesso ciclostile durante la fase di stampa, spalmando grandi chiazze di inchiostro sulla carta e facendo piangere od imprecare chi aveva speso ore per produrre il volantino. Si perdeva così la matrice e le idee si fondevano nell’inchiostro, mentre il ciclostile si preparava alla prossima sfida.

mercoledì 28 maggio 2008
Brani preferiti
1) The Beatles – Get Back (1970)
2) Crosby, Stills, Nash and Young – Ohio (1971)
3) The Who – Baba O’Riley (1971)
4) Genesis - Firth of Fifth (1973)
5) The Rolling Stone – Angie (1973)
6) Deep Purple - Smoke On The Water (Live, 1973)
7) Area - Gioia e Rivoluzione (1974)
8) Bob Dylan & Joan Baez - Blowin' In The Wind (1976)
9) Premiata Forneria Marconi – Celebration (1976)
10) Patti Smith – Because The Night (1978)
Questa classifica mi è costata una fatica mostruosa. Ho lasciato fuori, con mio grande dolore, almeno una ventina di pezzi altrettanto belli e significativi.
domenica 25 maggio 2008
Alabama (1972)

domenica 18 maggio 2008
Crosby, Stills, Nash, and Young - Ohio (1971)
venerdì 16 maggio 2008
La strage di Piazza della Loggia
domenica 11 maggio 2008
Inchiesta sul «caso Moro»

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