martedì 23 ottobre 2007

Le stagioni di una volta

L’autunno era sempre caldo

E’ arrivato il freddo, all’improvviso, quasi con violenza. Le temperature sono scese al di sotto della media stagionale, la neve ha fatto la sua prima comparsa anche a bassa quota. Anche questi fenomeni appaiono un segno dei tempi, come dicevano i nostri nonni: “le stagioni non sono più quelle di una volta!”. Come dargli torto. La mattina si arrivava sotto scuola (al Croce), quasi sempre prima dell’orario ufficiale di entrata, le 8,30, per fare volantinaggio e attaccare qualche tazebao. A ottobre faceva fresco ma per scaldarsi era sufficiente una felpa o un maglioncino, l’autunno era ancora l’autunno, il generale inverno sarebbe arrivato più avanti.

“O giorni, o mesi che andate sempre via,

sempre simile a voi è questa vita mia.

Diverso tutti gli anni, ma tutti gli anni uguale,

la mano di tarocchi che non sai mai giocare….”

lunedì 15 ottobre 2007

Il racconto di Giovanni Moro

Anni Settanta

Sugli anni Settanta è uscito per l'Einaudi un altro libro, l’autore è Giovanni Moro, figlio dello statista assassinato dalle Brigate Rosse. Aldo Cazzullo l’ha intervistato ieri sul Corriere della Sera, e devo dire che quello che ho letto l’ho trovato di grande interesse. Non solo perché rimango convinto che la vera storia del rapimento e dell’uccisione di Moro e della sua scorta non è stata ancora scritta, ma anche perché il libro tenta di ricostruire una visione complessiva degli “anni Settanta, che non possono essere ridotti al confronto ideologico e alla violenza politica: poiché furono anche gli anni delle riforme, dei diritti civili, della partecipazione”. Esattamente quello che sostengo su questo blog, insieme ad altri amici con i quali ho vissuto quel periodo.

Appena ho un minuto faccio un salto in libreria.

sabato 6 ottobre 2007

Cresciuto a pane e politica

Cresciuto a pane e politica, confesso oggi di avvertire una sensazione di spaesamento, è duro riconoscersi in questa ondata di antipolitica che attraversa il Paese. Negli anni di liceo passati al Croce, tutto era politica e tutto si spiegava con la politica, persino le amicizie, il sesso. Si proclamava solennemente: “il personale è politico!” e ci si comportava di conseguenza, o almeno ci si provava. D’accordo era un mondo diviso in due e certe tesi portate all’estremo finivano nel ridicolo come i matrimoni tra i compagni di alcuni “gruppi emme elle” (per fortuna, gente mai vista al Croce), oppure in tragedia. I morti degli anni settanta sono il frutto della logica aberrante che riduceva le relazioni allo schema “amico-nemico”. C’era però anche un aspetto positivo, la politica era vissuta come una ricerca continua di soluzioni, non c’era problema, dal quartiere ai conflitti internazionali, che non potessimo risolvere tutti insieme. La speranza non ti abbandonava mai… Detto così forse fa anche sorridere, non me la prendo, ci saremo pure illusi ma se poi uno fa il confronto con l’assenza di prospettive future, la solitudine, le paure negli adolescenti di oggi, viene quasi da dire, come fanno i vecchi, “si stava meglio quando si stava peggio”. Per chiudere, l’antipolitica fatta dal Corriere della Sera o dalla TV pubblica non mi piace ma come non sentirsi vicino a quei giovani di Locri che manifestano per la legalità? Grande è la confusione sotto il cielo…