domenica 22 aprile 2007

Liberazione vuole Mussi non la Figc anni ‘70

Dalla Figc al Pd

Stefano Menichini, il direttore di Europa, il quotidiano della Margherita, è uno che sa degli anni Settanta, anche per esperienza personale, ne scrive quindi con cognizione. L’ultima volta, l’ha fatto ieri, sabato 21 aprile, non a caso. In questo fine settimana infatti si sono tenuti i congressi dei DS e dei DL, per dare il via al Partito democratico, dopo mesi duranti i quali si è fatto un gran parlare di “sinistra”, del suo futuro e del suo passato. La pubblicazione dei fascicoli di Liberazione sul decennio “in cui il futuro cominciò” hanno fornito diversi spunti in più al dibattito. Menichini però, pur apprezzando il lavoro di ricostruzione (“l’analisi è accurata, dettagliata”) si è accorto di una certa dose di strumentalità dell’operazione editoriale, ben sintetizzata nel titolo dell’articolo: “Liberazione vuole Mussi non la Figc anni ‘70” .

giovedì 19 aprile 2007

«’70. Gli anni in cui il futuro incominciò»

In edicola il n. 11/1979

Tra gli eventi celebrati nell’ultimo numero, la pubblicazione del settimanale politico di satira il Male. Uno dei giornali più scandalosi e dissacranti della storia dell’editoria italiana. Famosi erano i suoi falsi, riproduzioni di quotidiani nazionali con notizie incredibili, sparate in prima pagina, come l’annuncio dell’arresto dell’attore Ugo Tognazzi, accusato di essere il capo delle Brigate Rosse. Durante un mio lungo soggiorno all’estero, ogni tanto riuscivo a recuperare qualche numero del giornale. A quasi trenta anni di distanza ricordo ancora, con le lacrime agli occhi per le risate, lo stupore dei miei amici “emigranti” e di quelli inglesi, davanti ad una perfetta riproduzione del Corriere della Sera che annunciava all’atterraggio di una astronave aliena.

martedì 17 aprile 2007

«’70. Gli anni in cui il futuro incominciò»

Gli anni di piombo

Sono dieci gli allegati al quotidiano di Rifondazione Comunista, Liberazione, dedicati agli anni Settanta. Uno per ogni anno, ad eccezione del 1977, che ha avuto l’onore di due numeri. Ogni fascicolo, al di là dei contenuti rifondaroli, è una scossa alla memoria, che spinge i ricordi a galla. Nel n.7, ad esempio, c’è un’intervista a Alberto Grifi, regista del film-documentario: “Il festival del proletariato giovanile al Parco Lambro di Milano, 1976” . Nei n. 8 e 9, dedicati al ’77, i racconti per immagini, densi di nostalgia per gli anni che furono, del fotografo Tano D’Amico, e i fantastici fumetti di Andrea Pazienza. Il n. 10, con le foto drammatiche che riprendono gli agenti della scorta di Moro assassinati dalle BR, ci riporta al 1978. Il numero si chiude con un pezzo di Marco Philopat che ricorda Fausto e Iaio, due giovani del centro sociale Leoncavallo di Milano, vittime anche loro della violenza di quei tempi. Sono gli anni di piombo.

venerdì 13 aprile 2007

Eugenio Finardi - La Radio (Parco Lambro 1976)

E’ morto Vonnegut!

Era l’autore di Mattatoio n. 5

Lo scrittore americano Kurt Vonnegut è morto mercoledì a New York, aveva 84 anni. Oggi lo ricordano tutti i grandi quotidiani, riservandogli ampi spazi nelle pagine della cultura. Ho notato però che molti, in particolare tra i colleghi più giovani dell'ufficio, non sanno chi fosse. Non mi stupisco, il suo romanzo più famoso Mattatoio n. 5, scritto nel 1969, fu portato sullo schermo cinematografico nel 1972 da George Roy Hill, è diventò subito un cult movie per la mia generazione, una favola pacifista uscita mentre gli Stati Uniti erano impegnati nel conflitto del Vietnam. Arrivederci sul pianeta Tralfamadore

martedì 10 aprile 2007

Guida alle fonti per la storia dei movimenti

Archivio dei movimenti

Sul sito della Fondazione Lelio e Lisli Basso la Guida alle fonti per la storia dei movimenti in Italia (1966-1978), frutto di un censimento promosso dalla Fondazione stessa e dalla Direzione generale per gli archivi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (Mibac), e pubblicato dalla stessa Direzione generale nel 2003. Le informazioni della Guida sono state riprese, trasformate in linguaggio web e aggiornate. “La banca dati è stata strutturata in modo da essere facilmente aggiornabile. Le informazioni sui nuovi fondi e su nuovi istituti conservatori saranno periodicamente inserite in modo da offrire agli studiosi un panorama il più possibile aggiornato delle fonti documentarie utilizzabili per lo studio della stagione dei movimenti”. E’ una guida alle fonti ovviamente, non aspettatevi foto, film o documenti sonori, almeno per il momento.

sabato 7 aprile 2007

Vestivamo beat


Capelloni in jeans


Non ricordo il momento esatto ma ad un certo punto abbiamo iniziato a vestirci in modo differente dai nostri genitori. I capelli hanno cominciato ad allungarsi, piano piano, fino a lambire il colletto della camicia, coprendo la nuca, fino a poco tempo prima tosata a colpi di macchinetta da barbieri che sembravano aver fatto pratica nelle caserme militari. Qualcuno aveva chiesto il permesso di lasciarsi crescere le basette per il concerto romano dei Beatles, al Teatro Adriano a Piazza Cavour, nel lontano 1965, e poi non le aveva più tagliate. I pantaloni si allargavano a zampa di elefante e si abbassavano alla vita, si portavano con cinghie di cuoio lavorato, ma la rivoluzione arrivò con i primi blue-jeans. Per mio padre quelli erano i pantaloni dei vaccari, una sorta di divisa, che ti distingueva dagli altri. Li portavano i beat, gli hippy, i ribelli, non avresti trovato un vecchio di trenta anni con i jeans neppure a pagarlo. Comprarli non era facile, a Roma andavi a cercarli a Campo dei Fiori, a Via dei Chiavari, oppure in un negozietto tra la Stazione Termini e Porta Pia, ci entravi scendendo da una porticina per una scala stretta e ripida. All’inizio si indossavano blue scuro, così come li compravi, poi abbiamo iniziato a scolorirli. Li buttavi nella vasca con l’acqua calda e li strofinavi con la pietra pomice, fino a stingerli, per dargli un aspetto vissuto. Dalla zampa di elefante si è passati al jeans a cicca, stretti stretti in fondo. C’erano due partiti quello dei Levì’s e quello dei Wrangler. Io ero dei Levi’s che portavo qualche volta con un paio di stivaletti.

lunedì 2 aprile 2007

Magia Rossa

Zombi di tutto il mondo unitevi!

Non è una malattia, ma gira e ti rigira, gli anni ’70, mi tornano tra le mani anche quando penso ad altro. Mi è capitato leggendo un sorprendente romanzo di Gianfranco Manfredi, Magia Rossa, che mette insieme zombi e lotta di classe. Forse ho soltanto peccato di ingenuità, visto pure che mi ricordavo benissimo cosa cantava Manfredi in quegli anni.
Nella postfazione al suo libro, Manfredi scrive: "Non ho mai avuto la presunzione di voler scrivere un romanzo che sintetizzasse e "chiudesse" gli anni Settanta e profetizzasse il rogo generazionale (parlo della mia generazione, ovviamente) degli Ottanta. Se fossi partito da una premessa del genere, non sarei probabilmente arrivato da nessuna parte. D'altro canto, è ovvio che, alla fine, queste cose ci sono, perché se qualcuno le ha notate, vuol dire che ci sono."