domenica 20 aprile 2008

Sandali, patchouli, incenso, caftani e Perline

Tutti da Molayem

Tra il 1972 ed il 1973 ci fu una grande trasformazione al liceo Croce. La mattina, salendo le strette scale dell’edificio di via Palestro, si potevano notare alcuni cambiamenti profondi nel look degli studenti: i capelli si allungavano (tranne per uno), le barbe incolte aumentavano ed il profumo del patchouli attraversava corridoi, pianerottoli e classi. Verso l’estate del ‘72 cominciarono ad apparire i primi sandali indiani (di cuoio, bassi ed aperti, con una fascia sul collo del piede ed un anello che bloccava l’alluce). Con l’estate le magliette furono sostituite dai caftani (camice leggere di cotone con un ricamo frontale spesso dello stesso colore del tessuto). E per personalizzare il proprio look, una serie di collane di perline colorate portate al collo od al polso erano create artigianalmente dagli stessi studenti. Erano questi i simboli visivi (ed olfattivi) di una voglia di cambiamento ed al tempo stesso di riconoscimento per dire semplicemente siamo diversi e vorremmo un mondo diverso. Più colorato, più leggero ed al tempo stesso più intenso. Ma dove trovare questo cocktail di vestiti, profumi, sandali e perline? Nella prima metà degli anni Settanta romani non vi era alcun dubbio. Molayem a via del Seminario, dietro il Pantheon, era probabilmente l’unico negozio, e senza dubbio la più fornita «powerhouse» per iniziare a vivere attraverso l’abbigliamento ed i profumi di un mondo alternativo e sognatore che in quegli anni doveva convivere suo malgrado con la realtà di una crisi economica, sociale e politica che la società italiana stava attraversando. Per andare dal Croce a Molayem si attraversava a piedi quasi tutto il centro o ci si arrivava con due autobus il 60 o il 65. Alcuni non si tolsero più quegli abiti nemmeno durante gli inverni successivi. Ma come sempre anche l’orientalizzazione più estrema si fermava davanti ad un buon pezzo di pizza a taglio o ad un bicchiere di vino delle varie fraschette di San Lorenzo.

16 commenti:

ubik_57 ha detto...

Grazie Nuvolarossa per la preziosa testimonianza. Peccato che non si riesca a trovare foto di un bel caftano o di sandali dell'epoca.

Anonimo ha detto...

Di quegli anni ho un bellissimo ricordo...era d'obbligo nella compagnia almeno uno che sapesse suonare la chitarra, e i pezzi erano: CSNY, Doobie Brothers, Guccini, Claudio Lolli e Gianfranco Manfredi. I più virtuosi, guardati con un misto di reverenza e sospetto per il repertorio sofisticato, suonavano In the beginning di Emerson Lake & Palmer e i Led Zeppelin. Passavamo le ore, così, semplicemente.
Che bel blog! Ubik, mi ricordo, era il nome di un personaggio di Lancio Story o Skorpio, altri due Must del tempo, insieme a Barbara, Nippur,Gilgamesh...

ubik_57 ha detto...

Benvenuto padmani e grazie del tuo contributo. Sarà che quelli degli anni Settanta sono stati una generazione di narcisisti ma i complimenti ci piacciono da morire. Appena trovo il modo voglio postare un video dei CSNY, su You Tube ci sono cose veramente belle.
Ubik e l'Eternauta due personaggi, due storie, che si accavallano tra loro, attraverso il tempo...

Nuvolarossa ha detto...

Ben detto Padmani.....io aggiungerei anche i "bongos" come strumento musicale e socializzante di lunghi pomeriggi passati tra Villa Ada ed il "cavallo" di Villa Borghese.

Anonimo ha detto...

I bongos erano veramente il pezzo forte: ore e ore a ritmare, magari con lo stesso giro di chitarra, ma si producevano fenomenali jam session, qui da noi nella Villa Comunale di Napoli, o al Bosco di Capodimonte.

Anonimo ha detto...

per gli appassionati del genere pachuli, molayem, sandali e orecchini, segnalo che c'è una nostra vecchia (si fa per dire) compagna del Croce, che ubik dovrebbe conoscere molto bene) che ha ancora oggi un negozio a san lorenzo di fronte al mercato di largo degli osci che vende le cianfrusaglie del periodo. E vi si ricorda tutti

Anonimo ha detto...

noto che ubik quando si parla di ragazze che conosceva molto bene evita di postillare i miei commenti... vecchio porcone...

ubik_57 ha detto...

Qualsiasi cosa dica potrebbe essere usata contro di me. Faccio solo notare che all'epoca avevo 16 al massimo 17 anni, ed ora sono un padre di famiglia.

Anonimo ha detto...

Grazie per avermi consentito di riannodare i fili del passato. Un forte abbraccio a tutti.
Mario
All' epoca studente al Quartiere Trieste

Anonimo ha detto...

Grazie per avermi consentito di riannodare i fili del passato. Un forte abbraccio a tutti.
Mario
All' epoca studente al Quartiere Trieste

Anonimo ha detto...

Grazie avevo bisogno di riannodare le fila di un ricorse delle essenze di Molayem

Anonimo ha detto...

Ciao.. che ricordi fantastici. Come no?! certo che ricordo Molayem perfettamente, acquistavo tutto li, vestiti, patchouli, sandali e sto cercando chi ne ha ancora uno di quei vestiti che non si trovano più, anzi sapete dirmi che tessuto fosse? Non riesco nemmeno ad orientarmi nelle scelte per trovarne almeno uno simile ... Ciao Grazie per il tuo articolo e dei bei ricordi.

ubik_57 ha detto...

Bella, c'erano così tanti vestiti ...

ubik_57 ha detto...

Comunque grazie di aver visitato le nostre pagine

Unknown ha detto...

Beh...il mio è un ricordo un pò diverso.Nel 74 abbandonai la scuola e provai a cercare lavoro anche dal tanto amato Molayem...adoravo quel posto!E....mi assunsero.Lavoro massacrante,non potevi sederti e anche se era tutto perfettamene piegato dovevi ripiegarlo...insomma..fare sempre qualcosa.I controllori erano i fratelli Molayem,non ricordo se due o tre e il vecchio padre.Il vecchio padre ci provò con me che ero proprio una bimba...16 anni...e io non stetti certamente al suo gioco reagendo anche con qualche gomitata o calcio...non ricordo.Il giorno dopo fui licenziata.Ecco il mio più recente ricordo di Molayem

ubik_57 ha detto...

La memoria fa spesso brutti scherzi, ci prende la nostalgia e i ricordi sono tutti più dolci, poi però ci vuole poco a tornare alla realtà. Grazie Susanna per il tuo contributo amaro. Non era tutto oro quello che luccicava, deve essere stato terribile scoprirlo a 16 anni, in quel modo. Mi auguro con tutto il cuore che quella ferita sia ora rimarginata. Un abbraccio forte.