giovedì 5 giugno 2008

Il ciclostile l’ho trovato

Ma la matrice chi ce l’ha?
Non vi è dubbio alcuno che la comunicazione è alla base della evoluzione umana. Negli anni Settanta se vivevi a Roma e facevi politica, per comunicare avevi due strumenti: il tazebao, sorta di giornale murale importato dalla rivoluzione culturale cinese del ’66, o il volantino, un foglio formato A4 che veniva riprodotto in serie grazie all’uso del ciclostile. Con questa tecnica venivano anche prodotti pubblicazioni di informazione (o controinformazione come si usava dire). Al Liceo Croce gli studenti di sinistra collaboravano, leggevano e diffondevano il foglio Scuola Sinistra o il più militante Compagni.
Il volantino aveva poi il suo rito di distribuzione: il volantinaggio, cioè la distribuzione di fronte all’ingresso delle scuole, dei posti di lavoro o nei quartieri. Da notare che il volantinaggio, molto spesso, era a sua volta all’origine di scontri tra studenti di opposte fazioni o con le forze di polizia che per vari motivi cercavano di impedirlo.
Come le idee camminano sulle gambe delle persone, così il volantino fondava la sua esistenza su quattro elementi chiave: il ciclostile, la matrice, la risma di carta e l’inchiostro. Il primo era difficile da trovare. A Roma negli anni Settanta i Radicali nella loro sede di via di Torre Argentina ne avevano uno a disposizione degli studenti ed un altro era nella sede di via dei Volsci a San Lorenzo, di meno facile accesso perché frequentata da “duri e puri” della estrema sinistra romana. La risma di carta la vendevano i cartolai. L’inchiostro in dei tubi giganti di simil-dentifricio. Il dramma vero era la matrice: costoso e fragilissimo foglio di carta di riso impregnato di cera che doveva essere delicatamente inserito nelle vecchie macchine da scrivere meccaniche. Ogni lettera poi doveva essere ben battuta per permettere la perforazione della matrice. Di lì sarebbe passato l’inchiostro e le idee e le parole si sarebbero impresse su una carta ruvida e giallastra pronte per essere diffuse e condivise. Molte matrici si rompevano sullo stesso ciclostile durante la fase di stampa, spalmando grandi chiazze di inchiostro sulla carta e facendo piangere od imprecare chi aveva speso ore per produrre il volantino. Si perdeva così la matrice e le idee si fondevano nell’inchiostro, mentre il ciclostile si preparava alla prossima sfida.


8 commenti:

Anonimo ha detto...

Si può parlare del ciclostile senza citare via dei marsi22?

ubik_57 ha detto...

http://gliannisettanta.blogspot.com/2008/01/1974-autogestione-al-croce.html

Era la sede della Quarta Internazionale

Anonimo ha detto...

Erato! La sede della quarta era via dei marsi20. Al 22 c'era invece la sede del circolo "Scuola Sinistra" che ospitava il mitico "Coordinamento delle sinistre del Croce", l'unica vera sigla rappresentativa al di là delle parrocchiette settarie dei gruppi. L'affitto lo pagavano alcuni prof progressisti e di sinistra. L'arredamento e il ciclostile erano prerogativa di Saverio

ubik_57 ha detto...

Senti "parrocchietta" sarà stata la tua. Passano gli anni, anzi i decenni ma la vis polemica non regredisce! Sulla contestazione del numerico civico mi rimetto a Nuvolarossa, io ormai a fatica ricordo il civico di casa.

Anonimo ha detto...

tranne ramelli, voi di ao siete sempre stati na parrocchietta...peggio de voi solo la quarta internazionale della famiglia journo...

ubik_57 ha detto...

Respingo ogni provocazione. Non mi metto certamente a difendere Avanguardia Operaia (AO) dopo quasi 35 anni.

Leo ha detto...

devo cercare negli scatoloni..... devo ancora avere qualche copia di COMPAGNI.......se sono in buono stato le scannerizzo e ve le mando........ a quale indirizzo di posta elettronica??

ubik_57 ha detto...

Caro leo scrivi qui:
ubik_57@hotmail.it
Parlavi anche di foto, con la polizia che interviene al Croce, non sarebbe male poterle mettere sul blog.