lunedì 9 luglio 2007

Folgorino

Quelli di via Sommacampagna

Marco Damilano sull’Espresso ha intervistato Sergio Mariani, il primo marito di Daniela Fini. Il colloquio ovviamente gira tutto intorno a Gianfranco Fini, alla sua carriera di politico, che da giovane militante del Fronte della Gioventù (Msi), negli anni ’70, è diventa uno dei leader nazionale del centrodestra italiano. Il racconto è un tuffo indietro nel passato, perché “Folgorino” me lo ricordo bene quando veniva sotto il Croce: era un brutto segnale. Di quel missino, ex-legione straniera e ex-paracadutista, c’era da aver paura. Mariani di strada doveva farne poca, dalla vicina sede del Msi di via Sommacampagna 29 per arrivare a scuola gli bastava girare l’angolo, e quando arrivava non veniva certo da solo. Un giorno, in mezzo a un folto gruppo di “camerati”, uno addirittura con un alano enorme, fermi ad aspettarci all’angolo tra via Palestro e via San Martino della Battaglia, c’era uno spilungone, magro, con un soprabito lungo di pelle nera. Mariani nell’intervista racconta che Fini all’epoca, siamo tra il ’73 e il ’74, vestiva in trench o con un cappotto di pelle nera. Chissà se era proprio Fini?

In quegli anni, come ricorda Mariani, c’era un clima d’odio di cui oggi non si sente nostalgia. E’ bene ribadirlo, ogni volta, a scanso di equivoci.

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