giovedì 7 giugno 2007

I ventenni del '77

Storie di reduci

Beppe Severgnini, sul Corriere della Sera di oggi, scrive di un altro libro dedicato ai ragazzi che avevano vent’anni nel 1977. Sono quaranta storie raccolte da un coetenao - Enrico Franceschini, classe 1956 - tra coetanei: Avevo vent'anni - Storia di un collettivo studentesco 1977-2007 (Feltrinelli). Scrive Severgnini: “è un buon libro. L'ho aperto con curiosità, l'ho letto con interesse e l'ho finito con malinconia… e mi ha aiutato a capire quello che mi sono perso. Ma anche quello che ho rischiato”. Alla fine però Severgnini sembra soddisfatto di essersi risparmiato le barricate degli anni ’70, anche se conclude citando Gionni, uno dei quaranta reduci: “L'Italia di oggi mi sembra un paese fermo, senza coraggio, in cui non si muove niente. Un paese vecchio, che ha paura”.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Lo sto leggendo.
Bel libro, un po' malinconico, ma un documento importante di tante testimonianze di giovani che hanno partecipato agli eventi di quegli anni.

Bologna assurge a simbolo di una "liberazione" personale prima che politica. Tanti giovani arrivano dalla provincia, sia del Nord che del Sud (con un Sud di allora dipinto come una zona arretrata dell'America Latina) e vivono la loro maturità in questa città dai portici lunghi, dai ricchi bottegai, dall'Università più vecchia d'Europa.

Si raccontano esperienze politiche ma soprattutto, a mio giudizio, esperienze di vita, di fuga da una società patriarcale, ferma un po' bigotta.
Interessanti soprattutto i racconti delle donne.

I racconti danno l'idea del periodo, dove a volte il personale era politico e il politico personale, sfociando in una inutile violenza.
E l'uccisione di Lorusso è quasi una spartiacque per la città e per molti dei ragazzi in questione.
Interessante i resoconti che ognuno fa della propria vicenda: rimpianti, ricordi, consuntivi. Molti stanchi si sono ritirati dalla politica, e un po' dalla vita, molti fanno cose che non avrebbero mai immaginato, politicamente e nella vita. Molti rimpiangono i bei tempi andati e ne parlano ai figli, altri citano Nizan sull'idiozia dei ventanni, mai senza retorica comunque, sempre con un grande scavo personale. Come a dire la vita è quella cosa che ti capita mentre sei impegnato in altri progetti (diceva qualcuno).
Ciao Ubik a presto