Questa è la tua prima luna che vedi fuori di casa
sapendo di non tornare.
Oggi sei uscito e ti sei domandato
ma dove sto andando e che cosa farò.
Sei finito in un prato, mangiando una mela
comprata passando dal centro,
dove i tuoi amici parlavano di donne e di moto
e tu ti fumavi
la gioia di esser riuscito a fuggire di casa
portandoti dietro soltanto
la voglia di non tornar.
Ah ah ah
Hai pochi soldi sai bene domani
nessuno ti aiuta
se hai voglia di chiedere aiuto
vai in quella prigione
dove ti hanno insegnato ad amare
poche persone alla volta
e non vuoi ritornare, vuoi amare più gente,
vuoi vivere in mezzo alla gente.
E mentre dormi su un prato, sentendo un po' freddo
tu vedi passare una macchina
verde della polizia,
non ti vedono neanche,
capisci di colpo che il loro discorso
è diverso dal tuo.
Claudio Rocchi, Viaggio, Ariston 1972
3 commenti:
Il viaggio in autostop a quei tempi era un must, ed era ancora praticabile senza incorrere in una morte prematura come oggi. Si partiva pianificando il tutto alla perfezione, con lo zaino e il sacco a pelo, due ascigamani due, una per la faccia e una per i piedi, due cambi di biancheria, sapone e shampo in flacone gigante( date le chiome spesso fluenti), e scatolette di wurstel Tulip. Le mete: Provenza per la vendemmia, L'Alto Adige per la raccolta delle mele, e il Grande Viaggio a Londra.
A ripensarci, non so come facevamo ad avere tante energie, con lo stomaco quasi sempre vuoto: ore sotto il sole, con le immancabili polacchine ai piedi, estenuanti tragitti in auto con simpatizzanti fricchettoni che di solito offrivano caffè all'autogrill.
Poi arrivati sul posto, ci si ritrovava come d'incanto insieme agli altri italiani che avevano avuto la stessa idea e che, di solito, non sapevano dove sbattere la testa per andare a dormire. Però stando insieme agli altri ci si sentiva protetti e sicuri, ci si sentiva subito amici e a casa.
Claudio Rocchi con la Prima Luna e Guccini con Statale 17 hanno grandi responsabilità nell' impresa. A ripensare a quel periodo, mi viene in mente un'estate eterna.
A parte le mete, all'inizio ho scelto - ma è un caso - altre località, quello che racconti potrei averlo scritto io o chiunque altro della nostra generazione. Appena posso gli dedico lo spazio che merita.
Mi ci riconosco, a parte le vendemmie, tante, fatte in Sardegna(io sono Sardo)ma la cosa che mi colpisce è che potevo dormire sotto i portici di Bolzano per notti intere, nelle stazioni , anche lungo le strade, fare autostop lungo le autostrade...(sempre tranquilli nei sacchi a pelo"non anti-proiettile",Ora da insegnante di lungo corso mi chiedo, ma non è che col nostro aver voluto offrire un mondo più sicuro ai nostri figli, lo abbiamo reso invece più insicuro?
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