venerdì 21 giugno 2013

Ciao a Claudio Rocchi, «alternativo» senza pari

Musica - Scompare a 62 Anni uno dei protagonisti dei Festival di Re Nudo

È stato uno degli artisti più importanti degli anni '70, autentico esploratore del «mondo nuovo»
È morto Claudio Rocchi. Aveva 62 anni. Nei giorni scorsi in un post straziante su facebook aveva annunciato la sua «settima vita». «Studente, aspirante rock star, aspirante santo indù, aspirante normale professionista, musicista ritrovato». Le prime cinque. E la sesta: malato terminale per via di una grave malattia degenerativa alle ossa. Paralizzato in un letto, infine. «Sappiate che il buonumore tiene - annunciava - la Coscienza pure e il libro è iniziato stamane». Era neppure un mese fa. Ieri sera, la notizia della scomparsa.
Di Claudio Rocchi i ragazzini e le ragazzine degli anni '70 difficilmente avevano potuto dimenticare quel piccolo film truffautiano in forma di ballata psichedelica che era «La tua prima luna, che finiva col protagonista addormentato su un prato e il passaggio di «una macchina verde della polizia». In quel colore verde (lo stesso di certi poliziotteschi e delle immagini d'archivio con gli scontri di piazza di quegli anni), restava tutta la tenerezza e la rabbia di un'altra epoca. 
E poi gli accordi erano semplici, la spazialità dilatata come nei dischi californiani - tra David Crosby e Tim Buckley. O come in certi pastiche etnici della Incredible String Band che Rocchi stesso amava e trasmetteva in quegli anni alla radio a Per voi giovani, con uno stile naif da viaggiatore anni '70, dandoti del tu come faceva nella sua canzone più famosa. «Musica totale», antirock, umana, neoprimitiva, neoetnica che rompeva con il ritmo industriale del rock'n'roll per buttarsi all'esplorazione di un mondo nuovo. E si faceva sul serio: dal «viaggio» (per caricaturale che fosse) si poteva anche non tornare.
Claudio Rocchi è stato comunque uno dei più conosciuti interpreti italiani della prima nostra «musica alternativa» (per certi versi mai più eguagliata per ricchezza e capacità di sperimentazione). Con gli Aktuala, il jazz-rock degli Area, Battiato e tanti altri. Tutti protagonisti dei festival di Re Nudo prima del disastro di Parco Lambro, in certi boschi prealpini dove si arrivava in autostop, si suonava praticamente senza elettricità e gli abitanti del luogo ti accoglievano come i nazisti dell'Illinois. Perché alternativa nella cultura era anche l'organizzazione, o non era.
Milanese come la maggior parte dei protagonisti della stagione psichedelica, legato fin dall'inizio all'esperienza di Re Nudo - straordinaria provocazione contro l'irrigidirsi neozdanoviano dell'estrema sinistra del tempo - figlio di un costruttore edile, smarrita e nuova generazione rispetto alla Milano del boom che pure era stato un centro propulsore della cultura metropolitana negli anni '60, e nei '70 fu di nuovo un centro tumultoso e certo più disperato, con le fabbriche ancora (per poco) in piedi, di vite da suonare e da fuggire. E occupare scuole, periferie, il viaggio in India, la militanza politica, sfondare ai concerti, la p38 in via De Amicis, 1977 (come la foto che chiude anzitempo un decennio).
Tempi in cui la musica pop - si chiamava così, allora - faceva i conti tutti i giorni con «la politica». E la politica con la vita. Era il bassista con gli Stormy Six, Claudio Rocchi. Li lasciò quando il gruppo di Franco Fabbri ebbe la sua «svolta» militante con l'album L'Unità (bellissimo comunque), che si chiude giusto con un pezzetto feroce dedicato a Claudio. 
Con Mauro Pagani, Alberto Camerini, Eugenio Finardi e Donatella Bardi aveva invece realizzato quattro album tra il '70 e il '74, che stanno di diritto tra i documenti più importanti dei nostri anni '70. Il secondo, in particolare, Volo Magico n. 1, è aperto da una suite lunga un'intera facciata di pura estasi frikkettona e messa in pratica del rifiuto del lavoro, inneggiando a «pane, suono aria, voci, amici, roba, far l'amore». E prosegue con «La realtà non esiste», idillio neobuddista per pianoforte e voce, intrecciato alle sue esperienze spirituali (che coivolsero molta parte del gruppo di Re Nudo).
Rocchi - dopo anni passati a occuparsi di mille cose pratiche e spirituali - negli ultimi anni era tornato a suonare, a scrivere, a usare internet per il crowdfunding e battagliare contro la mala gestione della Siae. Aveva inciso un album accompagnato da Gianni Maroccolo (ex Litfiba, ex Csi), che faceva parte della generazione successiva alla sua, anni '80 post-politica, ma aveva ancora memoria per quell'irripetibile codice estetico e soprattutto politico. Come tutti quelli che oggi lo ricordano, un pezzo della canzonetta della propria vita.

 Alberto Piccinini,  il manifesto, 19 giugno 2013

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