domenica 12 luglio 2009

Un eroe borghese

A trent'anni dall'assassinio

Racconta Orazio Carabini, su il Sole 24 ore di oggi, "... il 25 febbraio del 1975, dopo aver completato la ricostruzione dello stato passivo della Banca privata, [Giorgio Ambrosoli] scrisse alla moglie: «A quarant'anni, di colpo, ho fatto politica e in nome dello Stato e non per un partito». Lo racconta il figlio Umberto in un libro uscito da poco Qualunque cosa succeda (editore Sironi).
Già, perché la politica è anche coscienza civile, rispetto del diritto, difesa della libertà, lotta agli abusi. Quelli che erano i suoi valori. Ambrosoli non rinunciò a difenderli dal pericoloso intreccio di affari e politica che si era formato nel nome di Sindona e per questo pagò con la vita".Tra le persone che ogni tanto commemoriamo certamente merita di essere ricordato Giorgio Ambrosoli, assassinato l'11 luglio 1979 da un killer assoldato dal finanziere Michele Sindona. Purtroppo, come scrive oggi Carabini sul quotidiano della Confindustria, molti dei "buoni" di quella storia sono stati emarginati mentre gran parte dei "cattivi" hanno continuato a fare quello che faceva prima.

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