martedì 19 agosto 2008

Voglia di vacanze

Quando andare era più importante che stare

Nuvolarossa racconta le sue vacanze anni '70

1972 - Quindici anni da poco compiuti. Primo campeggio senza i genitori durante la settimana di Pasqua, destinazione Sperlonga: campeggio "Nord Sud". Ho letto "On the Road" di Jack Kerouac su un autobus dell'Acotral tra il capolinea di Castro Pretorio e Sabaudia. Percorremmo la Pontina e non la Route 66: questo ti è dato quando vivi a Roma.

1973 - Estate: partimmo in sei, tutti studenti del liceo Croce (e tutti maschi). Destinazione: Fontane Bianche a sud di Siracusa. Viaggio in treno di seconda classe, dormimmo nella zona antistante il gabinetto, accovacciati sui zaini militari comprati a Via Sannio. Ore interminabili. Situazione da inferno dantesco. Campeggio libero sulla Punta del Cane (autorizzati dai contadini della Marchesa di Cassibile). Falò tutte le sere e cene economiche a base di pasta, uova al pomodoro e patate alla brace. Una sera arrivarono dei Finanzieri per controllare la "legalità" del nostro campeggio. Alla fine si commossero (le tristi patate bruciacchiate) e ci invitarono tutti a cena nella loro caserma. Questa è l’estate che ho letto Freud, ma non lo ho capito molto bene.

1974 - Campeggio a Cirò Marina. Mare selvaggio e grande accoglienza. Ci innamorammo tutti del vino locale che in quegli anni ci era sconosciuto. Cominciammo le prime avventure in apnea. Uno del Manifesto era sempre preoccupato dell'avvicinamento del suo gruppo al PCI. Cambiano i tempi, ma i dibattiti faticano ad evolvere.

1975 - Tra Roma ed il mare. Ostia, Passoscuro, Fregene e lo stabilimento della Marina. Lunghe ore sugli autobus che attraversano l'Aurelia a discutere di musica, di concerti e di futuro.

1976 – E’ l'anno della maturità, destinazione: Malta. La scoperta che all'estero ci sono più italiani di quelli che immagini, che l'inglese che abbiamo studiato a scuola è assolutamente nullo, che Don Mintoff è un socialista a modo suo, quindi è meglio evitare gli ospedali, che la pasta al forno la chiamano timpana e costa quattro soldi, che la Seven Up non esiste in Italia e li, invece, la bevono tutti, che l'orizzonte si può allargare ancora di più.

1977 - Arriva l'Estate Romana. L'architetto Renato Nicolini, all’epoca assessore alla cultura al comune di Roma, lancia una rassegna cinematografica alla Basilica di Massenzio. Siamo tutti lì. Nel servizio d'ordine ci sono vecchi compagni del Croce e l'organizzazione è affidata ad alcuni cineclub della capitale, tra cui uno gestito da un'altro studente del Croce. Ci andiamo tutti, tutte le sere. I giornali aprono un mega dibattito sull'effimero. Come si dice: piombo sprecato. Sono in tanti, tutte le sere con una grande voglia di incontrarsi e di condividere gli eventi. Memorabile la sera in cui fu proiettato l'incontro di calcio "Italia-Germania 4-3" semifinale di Città del Messico. Tifo da stadio, come se nessuno conoscesse già il risultato finale. Anche questa era voglia di viaggiare.


11 commenti:

articolo21 ha detto...

Renato Nicolini: l'uomo che ha cambiato il modo di vivere l'estate a Roma. E' sempre poco ricordato il valore della sua invenzione.

ubik_57 ha detto...

Il suo merito è ancora più grande. Oggi sembra normale il fatto che le serate d'estate delle città siano animate da spettacoli e concerti, ma prima di Nicolini non era così. Non solo, l'Italia dell'epoca viveva l'incubo del terrorismo, non si usciva di casa anche per paura. Nicolini con la sua Estate Romana ha contribuito a rompere questa cappa di violenza e aggressività che pesava sulle città e su Roma in particolare... Nuvolarossa come caspita fai a ricordarti tutti questi particolari, prendi qualcosa?

Nuvolarossa ha detto...

No, non prendo nulla. Solo buona memoria e voglia di guardare al futuro senza dimenticare. In piu' in quegli anni non solo sono cresciuto, ma mi sono divertito ed appassionato alla grande.

Bramea ha detto...

Ma dai! Anch'io Nord Sud, due anni più tardi. Poi Ventotene e Capo Vaticano. Che meraviglia, quante scoperte!!!
Poi mi è preso il trip della Grecia, dove per fortuna erano appena sfanculati i colonnelli ed ho vissuto l'entusiasmo della vittoria del Pasok. Il trip dura tuttora.
Un bacione, fratello dei tempi andati.
Giovanna

ubik_57 ha detto...

Le rotte erano quelle. Non ho fatto viaggi con Nuvolarossa, ma a distanza di pochi anni sono passato anch'io per gli stessi posti. Chissà quanti di noi si sono incrociati... A proposito tra qualche ora riparto, un saluto tutti. Stacco la linea.

Nuvolarossa ha detto...

Grande Bramea! Provero' a suggerire un post sui luoghi, geografici e non, di vacanze e percorsi di quegli anni...sempre che Ubik ci autorizzi....

ubik_57 ha detto...

Certo che vi autorizzo, che razza di domande. Proprio da te poi, Nuvolarossa. Pensateci, io intanto vado a farmi un tuffo mi avete beccato con le valigie in mano...

Bramea ha detto...

Nuvolarossa, ci sto subitissimo! Ubik, quando cominciamo?
Ci vogliamo mettere anche libri di formazione e musica?
Baci baci muso muso
Giovanna

ubik_57 ha detto...

State aspettando a me? Avanti scrivete, avete lanciato voi l'idea. Io intanto mi tolgo il costume e ripongo il secchiello, sono appena rientrato in città...

Anonimo ha detto...

come si può parlare di vacanze croce anni 70 senza citare quella che fu LA VACANZA per eccellenza del Croce: agosto 1975, da fiumicino parti un charter alla volta di Lisboa "por veder la revoluçao!". Era l'epoca del governo di Vasco Goncalves e i nostri eroi erano ospitati dai militari del MFA vicino alla cattedrale di Belem delle truppe del mitico colonnello Otelo de Carvalo! Ricordo tra gli eroi: Sidney, Fanale, mario sebastiani, piccolo Lenin, bernard, il tecnico di laboratorio marcello vasselli. Chi scordiamo? Chi ricorda episodi di quel mese speso co o povo revolucionario do u portugal?

Nuvolarossa ha detto...

Anonimo, sbaglio o il pilota dell'aereo TAP una volta su Lisbona dimostro' di essere un .....brillo?......della serie "sorvolando Lisbona, sorvolando la storia...."