Ovvero la nobile arte di fare l’operaio
Nell’Italia degli anni Settanta gli operai sono i protagonisti dei grandi movimenti sociali. La fabbrica è vista come il luogo da cui può partire la rivolta contro la società capitalista, e il movimento degli studenti fa dell’alleanza con gli operai uno degli obiettivi principali della sua azione. Molti di questi operai, impegnati in prima persona nelle lotte sindacali che agitano le fabbriche del Nord, sono immigrati arrivati dal meridione. Terroni, che quando vanno a lavorare a Torino, alla Fiat, trovano per strada cartelli con scritto: "Non si affittano camere ai terroni”, oppure, fuori dai bar, “Vietato l’ingresso ai cani e ai terroni”. I meridionali erano i rumeni, i rom di allora. Gasparazzo era uno di loro.