Il nostro blog nacque un anno fa quando « rivendicammo » con i nostri figli di essere stati i primi ad aver realizzato un settimana di autogestione di un liceo in Italia. Gli sguardi increduli rafforzarono la nostra voglia di raccontare un periodo, gli anni settanta, spesso offuscata da eventi drammatici e violenti che vengono elevati a paradigma di una generazione che ha senza dubbio espresso nel bene e nel male molto di piu’.
Nel 1974 il liceo Scientifico Benedetto Croce era una delle scuole romane dove il dibattito e l’impegno politico erano fortemente vissuti in prima persona da tutti gli studenti. Le tensioni sociali del biennio 73-74 e il mancato dialogo con le istituzioni scolastiche avevano avevano fatto scendere nelle piazze italiane gli studenti delle grandi citta’ italiane. Una struttura informale degli studenti del Croce, il Coordinamento delle Sinistre, aveva piu’ volte discusso e valutato l’opportunità di occupare la scuola. La quotidiana presenza di Polizia e Carabinieri in via Palestro, sede del liceo, aveva pero’ un effetto deterrente : la voglia era di dire « no », spiegare le nostre posizioni, manifestare i nostri sogni. Fu durante una lunga riunione in Via dei Marsi 22, nel quartiere di San Lorenzo, ospitati da un gruppo trotziska della allora sinistra extraparlamentare, la Quarta Internazionale, che prese corpo l’idea della autogestione : non avremmo occupato, ma avremmo gestito la scuola in maniera diversa.
Il lavoro di preparazione fu piu’ che febbrile : progettammo una biblioteca da aprire al quartiere, contattammo produttori di audiovisi per presentarli a scuola, gruppi di donne contattarono associazioni femministe per presentare un programma su contraccezione e gestione del corpo, alcuni di noi andarono al Folkstudio e ottennerono la disponibiltà di Giovanna Marini per un concerto. Un attore presento’ tecniche di recitazione. E soprattutto la scuola resto aperta tutto il giorno fino al tardo pomeriggio per continuare con cineforum e discussioni sui principali temi della politica internazionale, come il Cile di Pinochet e la guerra in Vietnam.
L’effetto fu senza dubbio esplosivo : pochi capirono cosa stavamo facendo. Abituati alla classica dicotomia scuola/occupazione, il concetto dell’autogestione si presento’ come un assoluto nuovo e non classificabile. Come era possibile che degli studenti «rivoluzionari » contestassero i metodi di studio e allo stesso tempo volessero studiare di piu’ ? Alcuni professori iniziarono a guardarci con interesse, uno di religione quasi perse il posto perchè il Vicariato di Roma lo riprese per aver partecipato ad un Cineforum, molti giornalisti chiamarono, il sindacato, la Camera del Lavoro di Roma a Piazza Vittorio, ci tratto’ come «dei figli di papà » che non avevano compreso quanto serie fossero le lotte dei lavoratori. E la prima settimana di autogestione prese corpo in Via Palestro 32 coinvolgendo gli studenti delle scuole limitrofe (Plino, Tasso e Duca degli Abruzzi), la gente del quartiere Esquilino e le nostre famiglie. Come fini ? stupidamente, come al solito. L’ultimo giorno, il venerdi’, il Provveditorato ordino’ lo sgombro manu militari della scuola. Una contraddizione in termini, poichè si puo’ sgombrare una occupazione e non la voglia di fare scuola, sia pure in modo diverso. Qualcuno disse che furono chiamati reparti speciali della celere dalla caserma di Via Montebello. Sicuramente erano tanti e molto decisi. Il fumo dei lacrimogeni invase la scuola, tutti si ritirarono al settimo piano con un slogan ironico e provocatorio « noi vogliamo studiare, ma nun ce lo vonno far fare ! ». Scendendo le scale tra due ali di celerini non certo complimentosi, passammo davanti al primo piano dove professori e genitori, tutti in lacrime, per i gas e la tensione, ci salutavano e ci manifestavano la loro solidarietà. Fini cosi una settimana di grande impegno per la nostra scuola. Come al solito poi si parlo molto dello sgombro e della giornata violenta, il resto, la parte piu’ interssante, spari’ nell’oblio. Ma questa è stata una caratteristica costante della nostra storia.
anni '70
1 commento:
Se nin ricordo male, alla fine della settimana di autogestione, trovammo la scuola chiusa con i lucchetti (inizativa della preside o del ministero).
In pochi minuti organizzammo un corteo che passando sotto le altre scuole raccolse miglaia di ragazzi che andarono gin sotto al ministero della Pubblica istruzione.
Il giorno dopo la scuola era riaperta!
Posta un commento